19 ago 2018

IL MONARCA

Abbandonati gli ori e gli stucchi del Quirinale, mollato il comando della legione di  corazzieri fancazzisti, il monarca ha fatto buon viso a cattiva sorte e si è munificamente concesso ai suoi sudditi.  A Genova.

Frasi di circostanza, parole strappalacrime, pacche sulle spalle, abbracci. Gli sfigati sudditi che si son visti crollare il viadotto Morandi sulla testa hanno avuto la loro quota di solidarietà istituzionale. 

Si è ancora una volta tirato fuori tutto l'armamentario parolaio già ampiamente collaudato in occasione delle ormai numerose e tristi circostanze nazionali; si è nuovamente assistito a tutta quella commovente solidarietà necessaria ad evitare il linciaggio di coloro che ci governano.


Nonostante questa ributtante sceneggiata gli sventurti sudditi del cavalcavia Morandi, gioiosamente presi per il culo,  senza più niente e con la vita distrutta, hanno applaudito. 


Hanno applaudito a tutti coloro che, con la complicità delle stesse istituzioni, hanno privatizzato servizi essenziali dello stato ricavandone enormi guadagni e dando per scontato il loro peggioramento. 


Hanno applaudito al progressivo impoverimento della gente a favore di pochi che, coperti da ben oliate connivenze politiche, si sono arricchiti smisuratamente.


Hanno applaudito a tutto quel processo di capitalismo da accatto per il quale qualsiasi campo, sia esso sociale o no, deve e può essere terreno di esclusivo profitto.


Hanno applaudito alla svolta che ormai ha preso la politica nazionale succube di una oligarchia finanziaria tesa esclusivamente al proprio tornaconto.


Beh, se così è applaudite. Applaudite pure.